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La Turchia più bella: fra Cappadocia e natura di seguito al video programma e commenti
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PROGRAMMA Archeologia, Cultura, Fascino, Avventura e Natura saranno gli ingredienti che caratterizzeranno questo nostro viaggio asiatico. La Cappadocia è una delle tante mete sognate e desiderate dal popolo dei camperisti
31° luglio
Ripartendo da Ankara e arriveremo a Bogazkale dove pernotteremo in campeggio
(150 km.).
2005 - 2008
Viaggio d'estate in Cappadocia (Turchia) di Antonella Annunziata partenza 22/7 rientro 14/8 2005 Diario del nostro viaggio in camper nella Valle dei Camini delle fate Oltre la Porta dell’Oriente dal Bosforo alla Cappadocia Quando io e mio marito abbiamo saputo che la meta del grande viaggio di quest'anno di Ivan era la Turchia ed in particolare la Cappadocia, abbiamo pensato che stava per realizzarsi un nostro grande desiderio, erano anni infatti che volevamo andarci ed ogni volta qualche imprevisto ce lo aveva impedito. La partenza era prevista da Brindisi, e quindi, con largo anticipo, ci siamo incontrati con gli altri equipaggi; l'ultima coppia di amici provenienti da Ancona l'avremmo incontrata la mattina seguente al porto di Jgoumenitza. Il momento dell'incontro con gli amici con i quali si intraprende un lungo viaggio è sempre molto importante e devo dire che il clima allegro e scherzoso stabilitosi sin dall'inizio ci ha accompagnati per tutto il viaggio. Il primo segnale di questa voglia di fare un po' le cose "pazze" lo abbiamo avuto infatti già la mattina al nostro arrivo ad Jgoumenitza: erano le 3.30 e, dovendo aspettare l'arrivo degli ultimi amici, abbiamo pensato che non era il caso di sprecare tempo a dormire e quindi ci siamo regalati uno splendido bagno al chiaro di luna nella bella caletta di Parga dove si è avuto anche il tempo di pescare un "luccio imperiale". Tornati al porto all'ora stabilita, attesi i simpaticissimi coniugi, senza ulteriore indugio partiamo alla volta di Joannina e delle Meteore, quei maestosi monasteri arroccati su scure rocce, un paesaggio che, se di giorno è imponente, di sera, illuminato dalla luna, offre uno spettacolo mozzafiato. Pernottiamo in campeggio dove dopo cena volano dei "gavettoni" che, oltre a rinfrescarci, aiutano anche a rendere molto unito e "goliardico" il nostro gruppo. Ma eccoci di nuovo in viaggio l'indomani mattina, superando Larisa, Thessaloniki e Kavala, giungiamo a Fanari nei pressi di Porto Lagos. Il trasferimento verso la Turchia è reso piacevole dalle voci dei nuovi amici dal nostro CB e dalla colonna di camper che si snoda lungo le strade percorse. Fanari è un delizioso paesino di pescatori sull'azzurro mare greco, molto ospitale e tranquillo, tanto che i camper posizionati proprio nella piazzetta del paese non creano alcun problema, cosi possiamo godere indisturbati della bellezza di quelle acque che consentono a mio marito anche una buona pesca di polipi che poi mangeremo tutti insieme. Dopo questa sosta si riparte e, costeggiando il mar di Marmara, giungiamo alla frontiera turca, dove troviamo una lunga fila di macchine in coda per i dovuti controlli dei documenti. Noi in "buonissima fede" pensiamo che, viaggiando in camper ci sia consentito passare per un varco praticamente libero. Ovviamente ciò non è stato possibile ma quest'episodio ci ha fatto subito toccare con mano la gentilezza e la grande disponibilità di questo popolo: infatti due funzionari ci hanno praticamente scortati presso un'area di sosta consentendoci poi, con calma, di andare al varco per il controllo dei documenti ed il relativo visto di ingresso. Dopo la dovuta foto di gruppo con bandiera turca e patriottico canto del nostro inno nazionale ci addentriamo sempre più gasati in territorio turco. Di sera pernottiamo in un campeggio (meglio forse chiamarla area di sosta) sul mare a Marmoraggina. Il posto era un po' di fortuna ma il proprietario, molto gentile, ci ha messo a disposizione dei grossi tavoli di legno con relative panche e abbiamo subito organizzato una spaghettata con il sugo dei polipi pescati il giorno prima in Grecia, tutto condito da tanta allegria sotto un cielo pieno di stelle. La mattina successiva di buonora ci siamo messi in cammino per Istanbul, dove, grazie alla prenotazione degli organizzatori, ci siamo potuti sistemare in un parcheggio a ridosso proprio della famosa Moschea blu, solitamente riservato alle autovetture. Questi sono i vantaggi di una buona organizzazione! Ma parliamo di Istanbul, questa grande città che, con i suoi 15.000.000 circa abitanti, si affaccia sul Bosforo, protesa fra Europa e Asia. Non mi è facile descrivere le sensazioni provate durante i pochi giorni trascorsi ad Istanbul, posso certo dirvi che ne sono rimasta completamente presa e mi auguro di tornaci presto. La città ha un suo fascino sottile e i giorni sono passati in maniera frenetica perché tantissime sono le sue attrattive: dalla grande Moschea blu a quella di Solimano, dalla chiesa di Santa Sofia al maestoso palazzo di Topkapi con le sue sale e i verdi giardini da dove si gode una splendida vista sul Bosforo, la Cisterna - Basilica detta anche palazzo sommerso - che offre uno spettacolo magico con le 336 colonne che ondeggiano a metà nell'acqua. E che dire del Gran Bazar e di quello egizio con i soliti ma sempre affascinanti negozietti? Bella e divertente la mini crociera sul Bosforo con un battello riservato al nostro gruppo ed importanti e frequenti le varie soste di natura culinaria, alla scoperta di una cucina semplice, fatta di kebab e varie pizze turche che, seppur diverse dalle nostre, sono comunque gustose. Un capitolo a parte andrebbe poi riservato al famoso "Apple Tea" (tè alla mela) che i turchi offrono, non solo perché è un'ottima bevanda dissetante, ma quale gesto tangibile di amicizia e cordialità. Istanbul di notte è poi uno spettacolo a parte, con le guglie dei tantissimi minareti illuminate da una luce particolare che le avvolge e ti avvolge in una sensazione dolce e allo stesso tempo malinconica, tanto da rischiare "un forte innamoramento" che ti lascia tanta tristezza nel lasciare questa fascinosa città. Ma altre bellezze ci aspettano ed il nostro viaggio riprende con nuovo entusiasmo; dopo una breve puntatina sul mar Nero, che però non ci entusiasma troppo, siamo a Bogazkale, l'antica Hattusas, capitale degli Ittiti che nel XIV secolo a.c. dominarono un vastissimo territorio, ampio sito archeologico che sorge su uno sperone di roccia a picco sull'altopiano dell'Anatolia; qui giovani artigiani lavorano la pietra di ossidiana ricavandone delle belle statuine raffiguranti animali, simbolo dei loro antichi Dei; ora molte di queste fanno bella mostra nelle nostre case visto che ne abbiamo comprate parecchie. Oltre ad Hattusas abbiamo visitato Alakahoyuk ed Yazilikaya. Strana la sensazione che si prova a Yazilikaya, sembra di visitare il tempio senza tempo degli Dei con gli straordinari bassorilievi scolpiti nelle rocce. Ed eccoci finalmente in Cappadocia. Certo, quello che si offre al visitatore che vi giunge per la prima volta è uno degli spettacoli più strani, infatti mentre si procede lungo una strada montuosa all'improvviso appare questa vallata immensa disseminata di sorprendenti sagome appuntite; lo spettacolo è fantastico, direi quasi irreale ed è dovuto alla natura vulcanica del suolo da cui fuoriesce una quantità enorme di coni di tufo sovrastati da massi più o meno larghi di roccia più dura. L'erosione millenaria dei venti e dell'acqua ha poi completato l'opera dando forme stranissime a queste costruzioni che bisogna vedere per poterne apprezzare in pieno tutta la bellezza. Il cuore della Cappadocia è sicuramente Goreme, dove Ivan ha prenotato per noi un buon campeggio con piscina, immerso fra le caratteristiche formazioni della Cappadocia. Intanto la temperatura è salita notevolmente e quindi, senza indugi, tutti ci tuffiamo in acqua preparandoci ad una piacevole sosta sia per vedere tutto quanto di bello ci circonda ma anche per godere qualche ora di totale relax. Il giorno dopo, lasciati i nostri mezzi, partiamo con la nostra guida, a bordo di un minibus riservato, alla scoperta delle bellezze della Cappadocia. Da Goreme ad Avanos, da Urgup a Nevsheir si possono ammirare chiese rupestri scavate nella roccia dove ancora sono ottimamente conservati affreschi e dipinti murali; a Derinkuyu e Kaymakli vi sono città sotterranee che servivano alle popolazioni per la difesa contro il nemico e vi posso assicurare che man mano che ci si addentrava nei minuscoli cunicoli, per una volta sono stata tanto contenta della la mia "modesta statura". In verità mi riesce difficile dire con parole ciò che gli occhi hanno imprigionato, Davanti ai "camini delle fate", uno spettacolo che da secoli ha affascinato l'uomo, posso solo augurarmi che lo stesso uomo sappia e voglia mantenere sempre intatta tanta bellezza perchè ciò che è opera della natura è patrimonio del mondo intero. Ripartiamo dalla Cappadocia, costeggiamo il Tuz Golu, o lago salato, che ci offre uno spettacolo quasi lunare. Riusciamo ad apprezzarne tutti gli aspetti, percorrendolo all'interno di una grossa miniera, attraversando una strada che si addentra per circa due chilometri sul lago salato. Costruita con il sale, ormai compatto come la roccia, questa strada è utilizzata dai camion della miniera. Passiamo per Konya e lungo la strada per Egerdir scopriamo la bellezza di una delle rarissime moschee di legno ancora esistenti. Siamo a Beysheir e la Moschea è un vero tesoro nascosto agli occhi di chi, non lasciando mai le strade asfaltate (si fa per dire), perde il fascino della scoperta dei piccoli villaggi, veri scrigni di quella che è la realtà di un popolo, delle sue origini e dei suoi costumi. In questa moschea, oltre ad essere accolti con la solita gentilezza sia dall'Imam che dal Muetzin, abbiamo anche incontrato i bambini, che in una sala attigua alla moschea, frequentavano la scuola coranica. A proposito dei Muetzin, il loro canto è stata la colonna sonora di tutto il viaggio e se nei primi giorni l'essere svegliati alle 5 del mattino ci ha creato qualche problema, con il tempo è diventata quasi una piacevole abitudine. Tornando alla Turchia, proseguendo il nostro tour, arriviamo a Pamukkale, detta anche "castello di cotone", dove ci fermiamo in un campeggio dall'aspetto vagamente hollywoodiano per la sua piscina enorme. Pamukkale, a circa 20 km da Denizli, è uno dei luoghi più sorprendenti della Turchia. Infatti dalla cima di un'alta rupe sgorgano sorgenti di acqua calda ricca di sali di calcio che da migliaia di anni accumulano sedimenti sulle pendici della montagna modellandola in cascate pietrificate, terrazze e stalattiti di un bianco abbagliante. Purtroppo in passato il sito non era protetto e la stupidità dell'uomo ne ha notevolmente compromesso la bellezza; oggi l'Unesco ed il governo hanno avviato un piano di recupero per salvare almeno in parte questo luogo di grande richiamo turistico. Nei pressi delle cascate, abbiamo visitato una straordinaria necropoli di una vastità incredibile. Intanto, in campeggio, la nostra bandiera sventola accanto a quella turca. Ripartendo da Pamukkale, visitiamo un sito archeologico di rara bellezza a cui le riviste ed i cataloghi turistici non dedicano lo spazio che dovrebbero: Aphrodisias. Questo incredibile sito archeologico è considerato una delle più belle città romane dell'antica Turchia, posto in un paesaggio dolce e bucolico, che si raggiunge attraversando boschi di pini e pioppi. Qui si possono ammirare le rovine (ottimamente conservate) del tempio di Aphrodite, di quello di Adriano e del teatro. Subito dopo Aphrodisias, si riparte alla volta di Efeso. Per una comoda e rilassante visita a questo straordinario sito archeologico Ivan ha scelto per noi il Garden Camping a Selcuk. Le magnifiche rovine di Efeso testimoniano la storia di una delle più importanti città antiche della Turchia, che fu dapprima greca e poi romana. Al periodo greco risale l'Artemision, tempio consacrato ad Artemide, dea della fecondità, considerato a giusta ragione una delle sette meraviglie del mondo. Ma è nel periodo romano che la città conosce il suo massimo splendore e gran parte dei monumenti che oggi si possono ammirare risalgono appunto a tale epoca. L'ottimo stato di conservazione dei monumenti e delle vie che attraversavano l'antica città rendono questo sito archeologico tra i più visitati del mondo. Ad Efeso si trova anche la presunta casa della Madonna, un edificio piccolo, trasformato in cappella che è meta di pellegrini sia cristiani che musulmani. Dopo tante visite culturali ci siamo concessi un pomeriggio al mare nella splendida riserva naturale, con ingresso a pagamento, di “Milli Park”, a pochi km. da Kusadasi. Acqua color smeraldo e costa incontaminata ci attendevano. Al nostro rientro in campeggio, abbiamo partecipato ad una cena di gala con tante autorità del luogo, tra cui il rappresentante del Governo turco e la gentile consorte, a cui abbiamo consegnato il cappellino del nostro Club che hanno dimostrato di apprezzare indossandolo anche il giorno dopo. Il mattino successivo ci dirigiamo alla volta di Bergama. Questa località è famosa sia per il suo sito archeologico - dove purtroppo però è rimasto ben poco degli antichi splendori dopo il "saccheggio" operato da Hitler che ha trafugato i resti più preziosi per farne dono al museo di Berlino - sia per le numerose fabbriche di tappeti che ovviamente andiamo a visitare pernottando addirittura nel cortile di una di esse. Attraverso lo stretto di Canakkale lasciamo la Turchia non senza aver visitato Troia, il cui nome ci riporta con la mente agli anni della scuola... Torniamo con tanti ricordi felici per la meravigliosa zona visitata e per la gentilezza dimostrata dagli abitanti del luogo. Arrivederci al prossimo viaggio!
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